Il declino del carbone per la produzione di energia elettrica si sta propagando in molti stati nel mondo. Anche se in qualche caso i governi hanno provato a sostenerlo con incentivi, il suo futuro è ben delineato.
In America, con la presidenza Trump che ha provato ad incentivare lo sviluppo dell’estrazione di carbone per ottemperare alle promesse elettorali fatte, si è continuato ad andare verso al direzione ecologica e più vantaggiosa dei sistemi rinnovabili quali le fonti eoliche e fotovoltaiche.
Nei prossimi cinque anni si delinea un incredibile boom di installazioni di centrali solari ed eoliche che si deducono dalle domande di installazione di grandi impianti solari presentate in cinque delle otto principali reti in cui sono suddivisi gli Stati Uniti continentali: 139 GW complessivi, a fronte degli attuali 34 GW di impianti su grande scala già installati.
La ragione di questa frenesia solare potrebbe probabilmente derivare dal fatto che installare entro il 2023, comporterà uno sconto fiscale del 30%, che invece andrà progressivamente a sparire negli anni successivi.
La ragione principale, è che, anche negli Stati Uniti, generare elettricità con il fotovoltaico, che si installa ormai a circa 1 $/watt nelle grandi taglie, è ormai il modo più economico di produrre elettricità, e questo fa sì che chi costruisce questi impianti abbia ottime chance di riuscire a vendere la propria energia con profitto o alla rete, o a società pubbliche e private, tramite contratti di fornitura sul lungo termine.
A seguire questi progetti, ce ne sono anche un’enorme quantità per l’accumulo elettrico, indispensabile a rendere programmabile l’elettricità solare: una potenza tale di 16 GW pari a 133 volte quella del grande impianto di accumulo che Tesla ha costruito in Australia.
Il destino del carbone che sia segnato, lo indica anche quanto sta accadendo in Europa, dove in Spagna è prevista la chiusura di 20 miniere e 15 centrali a carbone, talvolta sostituite da impianti fotovoltaici; mentre in Germania hanno chiuso recentemente le ultime centrali a carbone, anche se per ora restano aperte quelle a lignite, mentre il governo sta lavorando a un piano per fuoriuscire del tutto da questa fonte fossile.
Una fonte che per la prima volta nella storia moderna tedesca, è stata superata dalle rinnovabili: nel 2018 il 40% dell’elettricità in Germania è stata prodotta da eolico, solare, biomasse e idroelettrico, mentre carbone e lignite si sono fermati al 38%.
L’Italia? Ci sta lavorando. Ne abbiamo 8 di centrali a carbone e non abbiamo il carbone!!! Però abbiamo il sole, il vento e il mare, forse dobbiamo lavorarci più in fretta…